Anche il grano deve fare la PET: l’agricoltura ai tempi della crisi climatica (2024)

La spia del riscaldamento globale si è accesa dieci anni fa anche perBF Spa, uno dei principali gruppi agricoli italiani che un anno fa ha creato BF Educational con un investimento da 45 milioni in provincia di Ferrara. Un centro studi e alta formazione nel quale si costruisce una nuova agricoltura a prova di climate change: con l’utilizzo di genetica e remote sensing, intelligenza artificiale e nuove discipline di previsione della salute del suolo come l'agrofisica

Circa dieci anni anche per BF Spa si è accesa la spia rossa lampeggiante della crisi climatica. Mentre a Parigi veniva firmato il più importante trattato internazionale contro il riscaldamento globale, in uno dei principali gruppi agricoli italiani, il più grande per estensione, entrava nel vivo la ricerca per contrastare una crisi che aveva smesso di essere un problema futuro e aveva cominciato a essere una dinamica produttiva da affrontare al tempo presente.

Come ha scritto David Wallace-Wells sul New York Times, «ogni supermercato oggi è la rappresentazione della fragilità del sistema, sconvolto negli ultimi anni da pandemie, conflitti e soprattutto dal cambiamento climatico. Cosa verrà in futuro? Quasi sicuramente, ancora più rischi e shock, abbastanza da ridisegnare il futuro del cibo». Siamo in un contesto che l'economista Chris Barrett ha definito «policrisi del cibo», e in questa situazione ogni azienda diventa un laboratorio di adattamento.

Per Bonifiche Ferraresi questo processo di ricerca su come fare agricoltura su un pianeta e suoli irriconoscibili è andato in parallelo al percorso di internazionalizzazione: dal 2023 la nuova sfida del gruppo è allargarsi a contesti climaticamente ancora più complessi di quello italiano, con operazioni ambiziose che vanno dal Ghana all'Algeria e all'Egitto. Questo percorso ha dato ancora più importanza alla ricerca applicata, da fare in sinergia con il mondo accademico e scientifico. Questo bisogno si è incrociato anche con l'esigenza di formare figure professionali nuove, in grado di tradurre l'innovazione in pratiche agronomiche concrete. È su questo doppio binario che BF Spa ha creato nel 2023 BF Educational, con un investimento complessivo da 45 milioni di euro nella sua base operativa di Jolanda di Savoia in provincia di Ferrara: un centro di studi e alta formazione nel quale si costruisce una nuova agricoltura a prova di cambiamento climatico. Come spiega Francesco Pugliese, amministratore delegato di BF Educational e direttore ricerca e sviluppo per tutto il gruppo, «il dipartimento scientifico e quello di formazione viaggiano in parallelo. La parte ricerca e sviluppo nutre l'alta formazione, mentre questa permette di sviluppare il know how che abbiamo acquisito sul campo e metterlo a regime».

Una corsa contro il tempo

Gli orizzonti della ricerca sono vasti: si va dalla genetica al remote sensing, dall'intelligenza artificiale a nuove discipline di studio e previsione della salute del suolo come l'agrofisica. Per quanto riguarda la genetica, non parliamo dei cosiddetti Tea, o nuovi Ogm, ma di tradizionali pratiche di miglioramento genetico, effettuate però in camere di crescita che accelerano l'acquisizione di conoscenza: per l'agricoltura l'adattamento climatico è una corsa contro il tempo. Come spiega Pugliese«stiamo assistendo a un cambio di paradigma. Veniamo da un contesto in cui si pensava che la chimica avrebbe risolto ogni problema e la ricerca genetica andava solo nella massimizzazione della produzione». La domanda del mondo di prima era solo una: come aumentare la resa per ettaro. Col cambiamento climatico, le prospettive sono diventate più complesse: si cerca di migliorare le piante per adattarle meglio a sfide come la risalita del cuneo salino, che è un grande problema per molta agricoltura italiana, o per renderle più resistenti agli attacchi patogeni, o ancora per valorizzare terreni marginali o meno fertili.

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I sensori in campo invece ci portano sul fronte dell'agricoltura di precisione, una delle grandi speranze di contrastare crisi idriche come quelle che stanno colpendo l'agricoltura italiana negli ultimi anni: la tecnologia di irrigazione diventa digitale, per ottenere lo stesso risultato con minore uso di acqua. «I sensori che stiamo studiando ci permettono di monitorare sempre meglio da remoto le carenze e lo stress idrico, per intervenire in maniera puntuale. È un po' come l'efficienza energetica applicata all'agricoltura. Vale anche per la difesa dai parassiti: il digitale ci permette di intervenire solo dove è necessario, e questo porta sia benefici ambientali che economici alle aziende». L'intelligenza artificiale ha diverse applicazioni nell'adattamento: per l'agricoltura, spiega Pugliese, la frontiera è accelerare la competenza che gli agronomi italiani dei consorzi agrari già possiedono, prendere la sapienza agricola e farne dei modelli scalabili. «Magari in Italia hai il massimo esperto di pomodori, ma ne hai uno solo e una marea di problemi da gestire in territori diversi, non puoi chiamare sempre lui, però puoi estrarre quella conoscenza e metterla a sistema con il machine learning, creando dei dati omogenei che possano aiutare tutti gli altri nelle previsioni su come adattare quella coltura».

Tecnologie di diagnosi sanitaria

L'agrofisica, infine, è una disciplina che ancora non esiste in ambito accademico, è ricerca applicata che parte dalle esigenze del campo e delle piante: si tratta di trasferire tecnologie di diagnosi sanitaria come le PET per comprendere lo stato fisiologico delle colture a un livello di profondità completamente inedito. «Siamo ancora in fase di test, ma potrebbe essere un salto tecnologico e produttivo, perché ci permetterà di fare le diagnosi in vivo, durante le colture, senza dover fare prove distruttive». È stato già testato con i sensori in laboratorio, BF Educational in questa fase sta facendo le prove in campo, l'idea è integrare questi strumenti con i sensori e con i dati satellitari per avere un'immagine completa della salute dei primi trenta centimetri di suolo, quelli decisivi per la fertilità e l'adattamento al cambiamento climatico.

A quanto punto si comprende quanto stia diventando complesso il mestiere di chi lavora in agricoltura e quanto sia importante la formazione. Da qui nasce la seconda missione di BF Educational, con il campus residenziale e i master in agricoltura di precisione e digitale, in collaborazione con università e centri di ricerca nazionali ed internazionali, rivolti a studenti che vogliono specializzarsi e a professionisti che vogliono specializzarsi nella gestione della complessità agricola. Come spiega Pugliese, «il mondo universitario forma alte competenze, ma ha difficoltà a creare figure professionali multidisciplinari. Un agronomo oggi deve saper andare oltre la sua disciplina, deve conoscere la meccanizzazione, l'ingegneria, l'informatica».

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